venerdì 10 dicembre 2010

IL CASO DELL'ADULTERIO DI SAKINEH E' UNA TRAGICA MISTIFICAZIONE Intanto cosa sta sopportando Cosa le stanno facendo??????? Non scordiamoci di lei! MAI



IL CASO DELL'ADULTERIO DI SAKINEH
E' UNA TRAGICA MISTIFICAZIONE

Il caso dell'adulterio di Sakineh è una tragica mistificazione piena zeppa di violazioni di diritti umani. All'inizio doveva essere lapidata. Successivamente il governo iraniano ha dovuto revocare la sentenza dopo che i suoi figli hanno provocato una gigantesca protesta contro quell'accusa ridicola: lei non conosceva la lingua usata nel processo, e i presunti episodi di adulterio risalivano a un momento successivo alla morte del marito.

Poi il suo avvocato è stato costretto all'esilio, e a suo carico è stata inventata un'altra accusa: l'omicidio del marito, nonostante il fatto che un altro uomo fosse stato condannato per lo stesso motivo. Sakineh è stata torturata ed esposta sulle televisioni nazionali per "confessare". Mesi fa il regime ha arrestato due giornalisti tedeschi, il suo avvocato e suo figlio, che ha portato avanti con coraggio una campagna internazionale per salvare sua madre. il figlio di Sakineh e l'avvocato sono stati torturati senza alcuna possibilità di difesa legale FORSE SONO ANCORA IN CARCERE

La sentenza di morte per lapidazione di Sakineh è stata sospesa, ma la donna rischia ancora la pena capitale per impiccagione per complicità nell'omicidio del marito!

Sakineh Mohammadi Ashtiani, l'iraniana condannata a morte per lapidazione, non è stata rilasciata, contrariamente a quanto aveva annunciato ieri un gruppo per i diritti umani citando "fonti in Iran". Lo la detto questa mattina l'emittente statale iraniana Press Tv
E' ancora nelle loro mani e come la stanno trattando? Cosa le stanno facendo?

NON DIMENTICHIAMOCI DI SAKINEH

da Wikipedia
Sakineh Mohammadi Ashtiani fu condannata per la prima volta il 15 maggio 2006, da un tribunale di Tabriz, per il reato di "relazione illecita" con due uomini in seguito alla morte del marito. Fu condannata a ricevere 99 frustate, e la condanna venne eseguita.[4] In seguito, nel settembre 2006 ricevette una nuova condanna quando un tribunale penale accusò uno dei due uomini per il coinvolgimento nella morte del marito di Mohammadi Ashtiani. Per questo venne condannata per adulterio mentre ancora sposata, e condannata a morte per lapidazione. Malek Ejdar Sharifi, capo della magistratura nella provincia di Azerbaijan affermò che "La donna è stata condannata alla pena capitale per aver commesso omicidio e adulterio."[5][6] La Corte Suprema iraniana confermò la sua condanna a morte il 27 maggio 2007, che in seguito fu rinviata, solo un perdono dell'Ayatollah Ali Khamenei avrebbe potuto impedire l'esecuzione[7]. Il 12 agosto 2010, fu trasmesso dalla prigione iraniana Tabriz un programma televisivo di Stato che seguì la confessione di Ashtiani per adulterio e per il coinvolgimento nell'omicidio del marito. Il suo avvocato sostenne che fosse stata torturata per due giorni prima del colloquio[8]. Il 20 Agosto il London Times pubblicò la foto di una donna senza velo indicandola erroneamente come la Mohammadi Ashtiani.[9] Il 28 settembre 2010 Sakineh è stata condannata alla pena capitale mediante impiccagione per l'omicidio del marito.[10]
Il 2 novembre 2010 il Comitato Internazionale contro la lapidazione ha riferito che le autorità di Teheran hanno dato l'autorizzazione per la condanna, da eseguire nella prigione di Tabriz il3 novembre[11], quando invece Mina Ahadi, la portavoce del Comitato internazionale contro le esecuzioni, ha dichiarato che Sakineh non è stata giustiziata; le pressioni dei governi occidentali sul regime di Teheran avrebbero contribuito alla decisione[12].
Il 9 dicembre 2010 varie fonti del Comitato internazionale contro la lapidazione hanno confermato ufficialmente che l'8 dicembre Sakineh è stata scarcerata, insieme al figlio Sajjad Qaderzadeh e all'avvocato Javid Hutan Kian[13]. La notizia della liberazione è stata tuttavia smentita da un'emittente televisiva iraniana già il giorno seguente, spiegando che la donna era stata portata nella sua abitazione con il figlio solo per "produrre una ricostruzione video dell'omicidio sulla scena del delitto"

NON DIMENTICHIAMOCI DI SAKINEH!


da AGENZIA RADICALE
Sakineh, l'inganno di Teheran
venerdì 10 dicembre 2010

Il "caso Sakineh", ovvero sulla sua presunta e tanto attesa liberazione, sembra ancora poco chiaro. L'emittente televisiva iraniana, Press Tv, ha smentito, questa mattina, la notizia della liberazione di Sakineh, la donna iraniana condannata alla lapidazione per adulterio e per complicità di omicidio del marito.

Secondo quanto fa sapere l'emittente televisiva iraniana, infatti, sembrerebbero un equivoco le immagini che solo ieri ritraevano la donna a casa sua, ma che in realtà si trattava semplicemente di estratti di un programma televisivo "Iran today" della stessa emittente che ricostruiscono le circostanze del suo caso giudiziario.

Ma dall'atro canto, dichiarazioni al quanto "sconcertanti"arrivano da parte di Taher Djafarizad, attivista del Comitato antilapidazione, che ha dichiarato, dopo la smentita della tv iraniana, che la donna iraniana "era stata effettivamente liberata, forse 3 giorni fa. Secondo Djafarizad "il regime ha usato il suo rilascio perché  erano in corso i colloqui tra Iran e il gruppo del 5+1 sul nucleare". L'attivista antilapidazioni afferma, infatti, che la liberazione era stata annunciata anche da alcuni quotidiani vicini al regime, "ma poi l'hanno riportata in carcere ingannando ancora una volta lei e la comunità internazionale"

SERENA GUERRERA 
AGENZIA RADICALE - SAKINEH




NON DIMENTICHIAMO SAKINEH!


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