lunedì 20 dicembre 2010

IL BALLO DELLA TERRA - Una favola per Natale : L'ALBERO MAGICO





L'ALBERO MAGICO

C'era una volta, tanto tempo fa, un albero magico che viveva in cima ad una collina vestita di violette. Sorgeva come d'incanto: era un maestoso fico che sembrava sospeso tra la terra e le nuvolette. All'orizzonte si intravvedeva il mare; una linea azzurra segnava il confine con il cielo. Al tramonto il sole si sdraiava nel suo letto bagnato e allora tutto il paesaggio s'inondava di colori caldi: arancione, viola, porpora, avorio e infine rosa. L'albero aveva un mantello di luce celeste e il vento si divertiva a muovere la sua veste; una splendida corona sfavillava sulla sua testa. Di notte, dal mare, come un soffio arrivava una dolce voce che sussurrava canzonette. Un profumo intenso di sale marino si posava ai piedi della collina. Tante luci brillavano in cielo e in terra e sembravano tanti folletti.
L'albero aveva un potere meraviglioso: quello di guarire ogni cuore ansioso. Bastava mangiare il suo frutto per trasformarsi d'incanto. Però, per ottenere questo, era indispensabile abbracciare la sua corteccia. In quell'istante la magia avveniva e il frutto cadeva nelle tue mani come un lampo. Il tuo cuore non avrebbe più conosciuto il dolore del pianto. Nessuno osava avvicinarsi per paura: la gente pensava a qualche potere oscuro. Solo un'anima limpida e pura poteva toccarlo senza timore.
Passarono secoli e secoli, quando un bel giorno, all'improvviso, arrivò una fanciulla che si era smarrita, con un bellissimo viso ma con occhi troppo tristi e afflitti. Aveva lunghi capelli d'oro legati in una treccia. Si accoccolò vicino al fico e pianse molte ore fino ad addormentarsi. All'alba si trovò circondata da tanti passerotti che cantavano per darle il benvenuto. La bambina si svegliò meravigliata del panorama e cominciò a cantare e ballare insieme a tutti gli animaletti. Anche l'albero, felice, seguiva il ritmo. Ad un tratto la fanciulla si fermò. Era stanca ed affamata e abbracciò forte la sua corteccia. Una luce raggiante l'abbagliò facendola cadere in ginocchio e un frutto, come un lampo, cadde nelle sua mani. Una voce dolce come il miele le sussurrò all'orecchio: "Non avere più paura del domani".



Il Ballo della Terra ed io vi auguriamo un sereno Natale!  




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